“Costretti a restituire l’assegno, rischiamo il lastrico”, l’appello disperato del volto famoso della tv

Arriva l’appello disperato da volti noti della televisione italiana: “Costretti a restituire l’assegno, rischiamo il lastrico”. Cosa è accaduto.

Spesso si crede che i personaggi famosi siano esenti da problemi di qualsiasi tipo: si pensa che non debbano occuparsi di salute, di soldi, di tradimenti o di litigi sul luogo del lavoro. Eppure le prime pagine dei giornali sono invase da notizie del genere.

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Luca Word e Massimo Boldi (staseraintelevisione.it)

Probabilmente il fatto che siano volti noti, fa scattare un meccanismo nel pensiero collettivo che li esonera dall’essere semplicemente umani anche loro, e che di conseguenza la loro vita debba essere perfetta e basta. Invece, arriva un appello dai volti più amati della televisione italiana, che pongono l’attenzione su un problema alquanto diffuso: le pensioni.

L’appello: “Costretti a restituire l’assegno, rischiamo il lastrico”

La questione riguarda le pensioni degli artisti, o meglio la Quota B, una parte del trattamento previdenziale che ora rischia di essere tolta.

Sono oltre ottanta le figure dello spettacolo, tra cui ad esempio Luca Ward, Stefania Sandrelli, Massimo Boldi e Jerry Calà, che hanno firmato una lettera di denuncia sulla “situazione paradossale”. Dopo decenni di attività artistica, la pensione che era stata riconosciuta rischia ora di essere tolta o decurtata, con l’obbligo di restituzione di somme già corrisposte e tassate.

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Luca Word, Jerry Calà, Stefania Sandrelli e Massimo Boldi (staseraintelevisione.it)

Cerchiamo di spiegare la situazione. La gestione speciale per lo spettacolo, confluita nell’INPS nel 2011, distingue tra Quota A e Quota B. Svariate le sentenze in tribunale che davano ragione ai pensionati che pretendevano un ricalcolo integrale della Quota B. Ma tutto cambia il 29 dicembre 2022, quando la Cassazione si è pronunciata introducendo un cambio di rotta: le somma finora percepite sarebbero state “indebitamente versate”.

Molti i titolari, che dopo questa decisione, si sono ritrovati nel mirino di richieste di recupero, con assegni mensili ridotti e restituzioni richieste per gli importi già incassati e tassati.

Il problema non è solo nella perdita economica, ma anche dell’idea che una decisione giudiziaria possa ribaltare le certezze accumulate con altre sentenze a favore accumulate negli anni. Tutto ciò quindi, comporta che molti pensionati si trovano costretti a dover restituire importi che fino a prima della sentenza, erano considerati legittimi.

Per dare risposta a questa emergenza, è stata presentata una proposta di legge (atto 1793), che mira a ridefinire il metodo di calcolo della Quota B e a superare la contraddizione interpretativa insorta dopo la pronuncia della Cassazione. Nonostante l’urgenza segnalata da chi è coinvolto, il testo giace in Commissione Lavoro senza avanzamenti significativi.

Tra le voci più forti della protesta c’è quella di Luca Ward: “Un’ingiustizia perpetrata… domani toccherà anche a voi”. L’attore ha richiamato un appello più ampio: non è questione di privilegi, ma di diritti acquisiti messi in discussione.

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